a cura di di Paolo Valerio ~ Carmen Bertolazzi ~ Porpora Marcasciano
Prefazione di Luigi Maria Sicca
Postfazione di Alexander Hochdorn
Copertina di Paolo Valerio
Sezione ricerche
Transformare l’organizzazione dei luoghi di detenzione studia una organizzazione liminale: quella delle carceri. E la condizione delle persone trans* che le abitano.
Transformare l’organizzazione dei luoghi di detenzione rende visibile come è dai margini che si può fecondare il centro. Generando inclusione. Di lungo periodo.
Transformare l’organizzazione dei luoghi di detenzione tratta la “doppia detenzione” delle identità: individuale e organizzativa.
Perché una sola prospettiva, non è sufficiente a leggere la complessità del nostro agire.
Perché il corpo non è macchina: strumento, veicolo che dal mondo sensibile genera la coscienza.
Perché lo spazio non è serie lineare. E il tempo non è serie di istanti.
Perché la percezione non è relativismo.
Se ne consiglia la lettura a chi crede che “contenere” vuol dire fermare, tenere insieme: in sé. Arginare quelle ansie che spesso dilagano nella vita adula. E solo dopo significa pressare, comprimere, reprimere.
Se ne sconsiglia la lettura a chi crede che essere tutti uguali è “normale”. E che normalizzare richieda luoghi ideali: dove punire. Per guarire.