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copertina-napolitanoa cura di Maria Rosaria Napolitano e Vittoria Marino

Prefazione di Giuliano Volpe

Postfazione di Alberto Mattiacci

Copertina di Lello Esposito Disegni interni di Luca Carnevale

Scritti di Loretta Battaglia ~ Giuseppe Bertoli ~ Roberta Biandolino ~ Michelle Bonera ~ Enrico Bonetti ~ Mauro Cavallone ~ Elena Cedrola ~ Marta Cerquetti ~ Maria Chiarvesio ~ Anna Codini ~ Emanuela Conti ~ Eleonora Di Maria ~ Barbara Francioni ~ Antonella Garofano ~ Francesco Izzo ~ Giulia Lanzilli ~ Gaetano Macario ~ Giulio Maggiore ~ Francesca Magno ~ Vittoria Marino ~ Barbara Masiello ~ Michela Matarazzo ~ Alberto Mattiacci ~ Marta Maria Montella ~ Fabio Musso ~ Maria Rosaria Napolitano ~ Alessandro Pagano ~ Tonino Pencarelli ~ Giovanna Pegan ~ Michele Quintano ~ Riccardo Resciniti ~ Marcello Risitano ~ Angelo Riviezzo ~ Savino Santovito ~ Elisabetta Savelli ~ Michele Simoni ~ Annarita Sorrentino ~ Raffaella Tabacco ~ Donata Vianelli

Anteprima filetype pdf

Doi: 10.19245/25.05.bs.020

Sezione ricerche

Questo libro è frutto di un’ampia riflessione tra gli studiosi della Società Italiana Marketing sul ruolo del cultural heritage – fondamento dell’identità dei territori e del tessuto imprenditoriale del nostro Paese – nelle strategie di marketing internazionale.

Questo libro raccoglie sedici lavori che da differenti prospettive testimoniano l’importanza del cultural heritage per il successo del made in Italy nei mercati internazionali.

Questo libro testimonia che il cultural heritage è una formidabile porta di accesso ai mercati internazionali, un prezioso strumento per la diffusione del capitale simbolico e dell’immagine del Paese e delle imprese all’estero, un potente strumento per rinnovare la cultura aziendale.

Questo libro ambisce a sostenere che il cultural heritage, comunque inteso, è in grado di apportare un grande valore ai saperi manageriali.

Se ne consiglia la lettura a quanti credono che il cultural heritage possa meglio orientare le imprese e il management per la costruzione di un futuro migliore.

Se ne sconsiglia la lettura a quanti siano convinti che il cultural heritage non possa fecondare il management. E viceversa.