fbpx

copertina cundari r copiadi Gabriella Cundari

 

Copertina di Gerard Mercator

 

Anteprima filetype pdf

Doi: 10.19245/25.05.bs.050

 Sezione ricerche

 

È sufficiente dire che la geografia umana studia l’uomo sulla Terra? Si chiedeva Paul Claval nel 1964.

Esiste una geografia non umana? Si chiede l’autrice di questo libro.

Il mondo: una bella prigione va oltre lo studio dei fenomeni fisici. E quelli più recenti  della geografia tout court.

Il mondo: una bella prigione assume che senza l’uomo la terra non avrebbe interpreti. E senza la terra, l’uomo non avrebbe un ruolo.

Il mondo: una bella prigione offre un assetto multidisciplinare: e la geografia, innervata nella espistemologia delle conoscenze socio-economiche, attraverso l’ambiente genera sintesi. Plurali e multiformi.

Perché la sola geografia descrive. La sola storia narra. La sola fisica spiega. Il solo diritto norma. E descrizione, narrazione, spiegazione e normazione fecondano e sviluppano i comportamenti. Ma solo dopo: quando occorre organizzare, gestire, amministrare, decidere. Integrando.

Perché ciascuna disciplina deve dialogare con le altre. Validando: ben oltre le (pur) agevoli visioni binarie e lineari del mondo.

Se ne consiglia la lettura a chi crede nella voce del verbo interpretare, centrato sulla natura testuale delle organizzazioni. Umane e non: sfida centrale dei progetti puntOorg.

Se ne sconsiglia la lettura a chi crede di poter sottrarre il destino della terra e dei luoghi a un pensiero critico sull’ambiente: da cui discende, poi, l’approccio non dogmatico, cruciale per noi di puntOorg.