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1929 una crisi così non si era mai vista...

1973 una crisi così non si era mai vista...

1991 una crisi così non si era mai vista...

2008 una crisi così non si era mai vista....

2020 una crisi così non si era mai vista....

Espressioni di senso comune, date convenzionali, intervalli asintotici tra una grande crisi e la successiva, forse ancora più grande, spesso più lunga.

 Vai a capire, poi, se l'ultimo della lista è uno shock simmestrico o asimmetrico. Di cultura o di natura. O un po' e un po'. Se me lo domandate potrei rispondere, forse, fra duecento anni.

Crisi, è probabile, dai caratteri strutturali. Crisi interna a ogni contemporanità, sinonimo di inquietudine, del 'dispari', che genera innovazione. Nulla a che vedere con la tradizionale idea di ciclo economico caratterizzata dall’alternarsi di fasi di espansione e recessione. Perché ogni crisi ha più facce. Quella delle famiglie che contraggono i propri consumi. Quella delle imprese che devono ripensare se e come crescere. O non crescere. C'è poi il volto buio, che sta dietro a tutto questo. È la crisi interna alla produzione di pensiero, di idee e modelli alla base dei possibili modi, in realtà mai scontati e certi, per stare insieme.

puntOorg si occupa di tutte e tre le facce. Andando alla radice e partendo dalla terza. La meno visibile. Quella che sottende la prassìa del quotidiano. Nella convinzione che le teorie fanno da sgabello alle pratiche che ci riguardano. E, in particolare, nella convinzione che le teorie prevalenti, date come buone negli anni buoni, non funzionano più. Specie in tempi di crisi. Quando le cose non vanno come previsto o, almeno, come ci era stato raccontato. Occorre allora, innanzitutto, ri-pensare. E poi, diversamente, agire.

Ripensare e diversamente agire, perché la crisi porta via, con sé, l'utilità (e il miglior pensiero) del prevedere. Con il moltiplicarsi delle potenzialità computazionali e lo svanire, inversamente proporzionale, della capacità di descrivere ed interpretare le effettive condizioni di vita nella realtà sensibile, occorre diversamente leggere e scrivere, narrare, costruire. Che cosa? Soggettività e civilizzazione, fiducia, reti, imprenditorialità, innovazione, simbolo, artefatto, testo e testualità, archetipo. Ma anche scienza, natura, cultura, tecnica e tecnologia, quindi ambiente, suono e risonanza: cambiamento, ovvero resistenze, appartenenza o disappartenenza. Sono queste le nostre parole chiave, declinazioni critiche della radice org, matrice per noi di puntOorg.

Ripensare significa dunque, per noi di puntOorg, cercare altre fonti. Altre e non necessariamente nuove, perché a volte vecchio è bello. Noi pensiamo che si debba rinunciare alle fantasie associate a ricette a tutti i costi giovani, per investire invece in strumenti e linguaggi solidi. E per nulla arrugginiti. Che godono di ottima salute nonostante l’età: sono i saperi della musica, della filosofia, delle cosìddette scienze dure, funzionali a ripensare le fonti delle conoscenze organizzative e delle pratiche economico manageriali. Perché alcuni (e non altri) saperi, strumenti, linguaggi possono essere una medicina utile a chi sta in crisi. E buona, per stare insieme.

 

Luigi Maria Sicca

Università degli Studi di Napoli Federico II